Il pittore di Veglia, Carlo Ostrogovich, è stato oggetto di una mostra presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Fiume che ne ha sancito il ruolo di capofila d’una pittura per così dire “fiumana” del XX secolo. L’Autunno in possesso della Fondazione viene elencato pure dal celebre repertorio Comanducci nell’edizione del 1962 tra le opere più significative della sua produzione contraddistinta da “paesaggi trattati con impeto, a pennellate larghe in attraenti contrasti pittorici”. Espose con regolarità in varie città italiane e no tra gli anni Trenta e Quaranta: oltre a Trieste dove espose nel 1932 un suo Autoritratto (soggetto a lui caro) e venne premiato, anche se già nel 1928 aveva attirato l’attenzione di Silvio Benco, fu pure a Zagabria, alle Biennali Romane, a Fiume e in particolare a Milano, città nella quale si trasferì sino alla morte trovando collezionisti entusiasti di questo suo ductus fluido e di forte colorista. Autunno è un momento genuino nell’arte di Ostrogovich che spesso guarda agli esiti di una pittura languida filtrata dalla scuola lombarda ottocentesca come appare evidente nella Modella della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Fiume oppure si lascia incantare da un tocco neosettecentesco.
La Collezione d’Arte

Marcello Ostrogovich
Strada di Sarajevo
Acquerello su carta bianca, cm 37 x 30,7