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Presentata ieri la ventesima monografia d’arte della Fondazione, dedicata a Ruggero Rovan

La ventesima monografia della Collana d’Arte della Fondazione CRTrieste, dedicata allo scultore Ruggero Rovan, nato a Trieste nel 1877, uno dei principali esponenti della scultura triestina del primo Novecento, è stata presentata ieri, mercoledì 13 marzo 2019, al Museo Revoltella.

Il volume che la Fondazione CRTrieste ha scelto di dedicargli, curato da Barbara Coslovich, esperta di didattica museale e didattica dell’arte e da sempre studiosa dell’artista, presenta l’analisi tramite schede iconografiche e documentarie di trentacinque capolavori dell’artista, dal busto di Arturo Fittke (esposto al Museo Revoltella) fino al bozzetto per il monumento al Duca d’Aosta, uno dei rari segnali di attenzione dell’artista alle vicende della scultura nazionale a lui contemporanea.

Le schede sono precedute da una ampia e circostanziata analisi a tutto tondo dello scultore, delle sue opere e della sua vita, dalla formazione tra Trieste, Monaco e Roma passando per le opere giovanili, il ritorno a Trieste, le mostre sindacali e la scultura monumentale, per arrivare fino agli ultimi anni, senza tralasciare capitoli fondamentali come l’amicizia epistolare con il pittore Fittke, la vincita della borsa di studio Rittmeyer, che gli aprì le porte all’esperienza romana, e la frequentazione con il poeta Umberto Saba.

La presentazione è stata a cura di Flavio Fergonzi, professore ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa, precedentemente professore associato di Storia dell’Arte contemporanea all’Università di Trieste (1998-2003) e professore Straordinario e poi Ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università degli Studi di Udine. Suoi principali campi di interesse sono la scultura dell’Ottocento e del Novecento, e la storia della critica d’arte italiana del Novecento.

Il volume che la Fondazione CRTrieste ha scelto di dedicargli rappresenta il ”giro di boa” di un’impresa che da quasi tre decenni racconta l’arte triestina dal ‘700 al primo ‘900, con l’introduzione di alcune novità che ne fanno il primo di una nuova serie.

Prima novità è l’impostazione grafica rinnovata; seconda novità è il progetto editoriale, che passa dall’illustrazione dell’opera completa dell’autore a una selezione di opere che lascia più spazio alla narrazione complessiva. Questa pubblicazione coincide con un cambio alla guida della Collana: lo storico curatore Giuseppe Pavanello lascia infatti il compito ad Alessandro del Puppo, Professore Associato di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università degli Studi di Udine.

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