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Presentato il “cantiere aperto”

È stato presentato questa mattina, alla presenza del Segretario Generale della Fondazione CRTrieste, Paolo Santangelo, del direttore scientifico degli scavi archeologici, Paola Ventura, responsabile dell’Area Patrimonio archeologico della Soprintendenza, e di Fabiana Pieri, Architetto, direttore dei lavori, il cantiere di “Scavo archeologico stratigrafico, interventi di restauro e valorizzazione del monumento di via dei Capitelli”. Presenti anche il Sindaco del Roberto Dipiazza e il Direttore di ATER Trieste Antonio Ius, in quanto l’intervento interessa aree di proprietà del Comune di Trieste e dell’ATER Trieste. I lavori di scavo archeologico, di restauro e di valorizzazione sono stati promossi dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia e sono interamente finanziati dalla Fondazione CRTrieste.

Il progetto, messo in atto dalla Soprintendenza, è un’operazione culturale completa che comprende, parallelamente e successivamente allo scavo archeologico stratigrafico, un’attività di studio e analisi delle strutture e dei materiali. Verranno effettuati studi dei manufatti (ceramici, vitrei, metallici etc) e dei reperti faunistici, uno studio palinologico e archeo-botanico e alcune datazioni al radiocarbonio su fauna e carboni per la verifica della cronologia su base stratigrafica. “L’intervento di riqualificazione dell’area di via dei Capitelli – ha dichiarato il Soprintendente Corrado Azzollini – è di grande importanza nell’ambito del progetto di valorizzazione dell’antica Tergeste che stiamo avviando partendo dal riutilizzo pubblico del Teatro romano per poi proseguire nella creazione di un percorso archeologico che consenta al visitatore di meglio comprendere la struttura e la vita della città romana e medievale. Per l’attuazione di questo progetto la collaborazione tra gli Enti pubblici, Soprintendenza e Comune, e il fattivo intervento finanziario della Fondazione CRTrieste, sempre sensibile alle richieste della Soprintendenza, è di fondamentale importanza per il raggiungimento di un apprezzabile risultato”.

“Sin dalla scoperta, nei pressi di piazzetta Barbacan di una domus risalente al I secolo d.C., la Fondazione CRTrieste, di concerto con la locale Soprintendenza e il Comune di Trieste, ha sostenuto con entusiasmo diversi interventi nell’area di Cittavecchia, con l’obiettivo di riqualificare un luogo significativo della città e valorizzarne le tracce storiche emerse – sottolinea Paolo Santangelo, Segretario generale della Fondazione CRTrieste -. Interventi che, come quello della creazione di un percorso archeologico, consentono un’interazione tra ricerca e valorizzazione dei beni culturali, rendendone poi possibile la fruizione al pubblico di cittadini e turisti. Interventi che si configurano come un arricchimento sotto l’aspetto quantitativo e qualitativo delle offerte turistiche-culturali dell’intera Città”.

 

Il progetto di riqualificazione dell’area

Redatto dall’architetto Fabiana Pieri, dall’ingegnere Andrea Borgobello, dalla Imprefond S.r.l. e dall’ing. Massimo Martini, il progetto di riqualificazione del sito prevede il completamento dello scavo archeologico stratigrafico dell’area posta sul ripiano superiore al monumento, gli interventi di restauro conservativo delle strutture archeologiche presenti e la realizzazione di un percorso di visita che consentirà anche l’accesso all’area collocata al piano interrato del vicino edificio di proprietà dell’ATER.
RUP e Direttore scientifico degli scavi archeologici è Paola Ventura della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del FVG, Direttore dei lavori è l’architetto Fabiana Pieri.
I lavori sono realizzati dall’impresa Nicolì Spa con sede a Lequile (Lecce) che ha affidato la responsabilità dello scavo all’archeologa Luciana Mandruzzato.
L’importo complessivo dei fondi messi a disposizione ammonta a € 620.611,06.
L’importo dei lavori di progetto è di € 480.000,00. L’importo contrattuale è di € 367.851,91.
I lavori si concluderanno presuntivamente in data 22 settembre 2017.

 

Il monumento

L’elemento più significativo della fase più antica dell’area è il cosiddetto “monumento”, una struttura in calcare di Aurisina a pianta rettangolare, risalente al I secolo d.C. È costituito da quattro pilastri, con decorazioni a girali vegetali, provvisti di colonne scanalate addossate di spigolo.
I pilastri-colonna su base attica poggiano, attraverso un’articolata serie di modanature di base, su di un zoccolo liscio sovrapposto, mediante una cornice liscia aggettante, a un dado di base. Il dado è probabilmente realizzato con un nucleo in cementizio o muratura più povera, ma presenta rivestimento in grosse lastre di calcare. Le lastre di base che sorreggono l’intero sistema recano ancora i segni delle linee incise dai costruttori per posizionare correttamente gli elementi soprastanti. I pilastri sono collegati tra loro lungo i lati brevi da pareti di ortostati del medesimo calcare, prive di decorazione, con la sola eccezione, all’interno del monumento, della ripresa della cornice di base dello zoccolo che è fatta correre lungo tutta la parete.
Non resta alcun elemento riferibile alla superficie d’uso originariamente in fase con il monumento ma è probabile che esso fosse posto a cavallo di un tracciato stradale, che dalla zona bassa della città conduceva alla sommità del colle.
Non facile è la definizione tipologica di questo particolare monumento che, a causa del ridotto spessore delle pareti laterali, non sembra possa configurarsi come arco. La sua localizzazione confermerebbe la volontà di enfatizzare la parte bassa del percorso ascensionale alla sommità del colle. Come il monumento anche la monumentalizzazione del colle di San Giusto e dell’arco di Riccardo si collocano alla metà del I secolo d.C., nell’ambito di un programma politico che accomuna, anche attraverso l’uso delle stesse maestranze, Aquileia e Tergeste.

 

L’area a monte del monumento

Lo scavo archeologico stratigrafico dell’area posta a monte del monumento attualmente interessa dei livelli collocabili tra il periodo tardo antico e l’alto medioevo (VI sec. d.C.). Sono visibili edifici abitativi separati da un viottolo, con superficie in lastrine e pietrisco. Gli edifici, caratterizzati anche dalla presenza di numerosi focolari, sono realizzati con uno zoccolo in pietra ed argilla cruda e gli alzati in materiale deperibile, forse legno.
Inoltre, nei pressi del viottolo, sono state rinvenute alcune tombe tutte infantili, che si collocano in una fase di abbandono o comunque di manutenzione del sistema abitativo.
Lo scavo delle tombe è effettuato da antropologi esperti per la determinazione delle caratteristiche dell’individuo, delle modalità di morte e delle abitudini di vita.
A breve si proseguirà con l’indagine dei livelli di accrescimento più antichi e con la messa in luce dei contesti coevi al monumento ed alla vicina area archeologica collocata sotto l’edificio ATER, ove è stato messo in luce un complesso probabilmente a destinazione pubblica.

 

Gli interventi precedenti

Nel 2000, nel corso della predisposizione del basamento per una gru, fu rinvenuto un monumento di età romana primo imperiale realizzato in calcare di Aurisina.
Dal gennaio 2002 al giugno 2004 l’area, dove era stato rinvenuto il monumento, è stata oggetto di uno scavo archeologico stratigrafico, effettuato con la Direzione scientifica della Soprintendenza, nella persona di Franca Maselli Scotti, e interamente finanziato dalla Fondazione CRTrieste. Nell’occasione è stato indagato un settore della città vecchia documentandone le fasi di vita dal I sec. d.C. alla metà del XX sec., momento in cui il quartiere è stato abbandonato. Lo scavo del terrazzo superiore ha raggiunto i livelli tardi e post-antichi mentre nella parte inferiore ci si è concentrati nell’indagine dell’area antistante il monumento.
Le strutture in cemento armato realizzate per il contenimento del terreno verso via dei Capitelli, hanno permesso, inoltre, la messa in luce ed il restauro di un tratto delle mura tardoantiche e della strada romana che collegava la sommità del colle di San Giusto alla costa.

 

Visite guidate per cittadini e turisti

A partire dal giorno 6 luglio, nelle giornate di giovedì e venerdì dell’intero mese, il cantiere sarà aperto a cittadini e turisti con visite guidate. Sarà così possibile anche osservare da vicino il lavoro degli archeologi e dei restauratori.
Le visite, effettuate da archeologi e architetti, si svolgeranno dalle ore 16.30 alle 17.30.
Per ragioni di sicurezza, questa grande opportunità sarà offerta a piccoli gruppi di 10 persone per volta che potranno prenotare la visita al seguente indirizzo mail:
sabap-fvg.comunicazionepromozione@beniculturali.it

 

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