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La Collezione d'Arte
Ignoto
Acquedotto d' Aurisina
stampa calcografica, cm 8,8 x 12,1

Dalla mappa seicentesca raffigurante la regione storica del Friuli, si può subito evincere come il Carso sia da sempre stato visto e concepito come terra di confine, ancora oggi diviso tra tre ‘stati.
La sua identità tormentata si riflette nella geografia del territorio, scavato dall’acqua in grotte e concrezioni rocciose, quelle stesse pietre cantate anche da Ungaretti. È proprio da queste cavità, sfruttate dall’uomo durante i secoli, che attinge la vita la città di Trieste, tramite quell’acqua che da Aurisina l’opera dell’uomo ha portato fino al centro urbano. A ricordare questo fattore fondamentale della storia regionale, oltre al celebre gruppo scultoreo di Luigi Magni collocato all’ingresso del Museo Revoltella, si presenta qui in mostra la piccola acquaforte di un anonimo incisore.
Terra riarsa da divisioni e conflitti, ancora percossa dalle ferite della guerra, e solcata dai tagli artificiali delle trincee, il Carso ha affascinato artisti per i suoi paesaggi ma si è anche fatto simbolo delle fratture stesse del Novecento e luogo ideologico, oltre che geografico.

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