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La Collezione d’Arte
Miela Reina
Madre e figlio
Olio su tela, cm 75 x 99,5

“Una delle pochissime autentiche artiste che la seconda metà del nostro secolo abbia concesso a Trieste” scrive Gillo Dorfles e a lui si devono pagine splendide dedicate all’esistenza così breve d’un artista davvero capace di entrare nel dibattito dell’arte novecentesca. Dalla personalità umile e ritrosa all’esporsi pubblicamente, tenne la sua prima personale di rilievo a Trieste nel 1958 appena conclusi gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, iniziando l’anno successivo un’attività di insegnamento rimasta indimenticata presso l’Istituto d’Arte locale. E’ proprio a questo periodo appartengono le due opere Amici e Madre e figlio, quest’ultima firmata e datata al 1959. La forte carica espressionista e un realismo siciliano alla Guttuso, mutuato anche dalle proprie radici esistenziali essendo di padre siculo, è ben visibile in Amici, una tavola di ragguardevoli dimensioni dove Manfredi, Daniela e Lucia vengono sistemati in un dipinto che, per svolgimento e gusto narrativo, vede soluzioni pescate da James Ensor. E’ forte in questo senso l’idea costante in Reina di una narrazione che non confluisca in un’astrattismo puro, e che mantenga intatto l’archetipo d’un realismo, per quanto primitivo, leggibile. Dalla robusta carica terrosa è Madre e figlio, ancora appartenente alla fase pittorica dell’artista che di li a poco muterà in favore di più ampie sperimentazioni, che la vede dialogare con certa pittura italiana coeva ma dove Reina non rinuncia ad aprirsi a sottofondi materici e giustapposizioni di grande impatto visivo (come le due combinazioni di rosso in basso che convergono in una dimensione tonale e piramidale) vicini agli esiti informali.

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